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Norme e proteste frenano i cantieri in Sicilia

Fonte: La Sicilia – Domenica 6 ottobre 2024

 

Autore: Michele Guccione

 

 

“Sicilia, norme e proteste frenano i cantieri gap di energia nel 2030”

 

Rinnovabili. I ritardi faranno mancare 2 GW di capacità produttiva Aero: «Integrare con l’eolico offshore, un’industria e migliaia di posti»

 

PALERMO. La Regione siciliana è quella che ha autorizzato più impianti di rinnovabili in tutta Italia, 12 GW in quattro anni, di cui 1,3 GW di fotovoltaico nei primi nove mesi di quest’anno (vedi grafico di Pv Magazine a centro pagina) , raggiungendo già a fine dicembre gli obiettivi di nuove autorizzazioni che il ministero dell’Ambiente ha fissato per il 2030. Ma “autorizzare” non basta, poi occorre “costruire”. E qui problemi normativi, burocratici, logistici e proteste locali provocano ritardi nei cantieri. C’è il rischio che quei target non vengano raggiunti e che all’Isola nel 2030 manchino 2 GW di capacità produttiva rinnovabile e circa 8 GW di accumuli rispetto a quanto previsto dai piani nazionali. Gli obiettivi posti dal Pniec, il Piano nazionale per l’energia e il clima inviato a luglio a Bruxelles dal Mase, dovrebbero assicurare all’Italia una fornitura da fonti rinnovabili per quasi il 60% del fabbisogno.

 

Ma, secondo un rapporto congiunto Terna-Snam analizzato dal Diac, il “Diario Infrastrutture e Ambiente Costruito”, diretto da Giorgio Santilli, i ritardi che già oggi si registrano potrebbero fare mancare l’energia sufficiente al fabbisogno “green”, con una “sofferenza” di capacità produttiva di circa 15 GW, di cui la maggiore quota mancherebbe al Sud. Il deficit potrebbe essere, tra Centro-Sud, Sud, Calabria e Isole, di 3,9 GW per il fotovoltaico e 6,1 GW di eolico. Altro “vulnus” sarebbe rappresentato dagli “accumuli” sui quali il Pniec si basa per assicurare la stabilità della rete negli intervalli di generazione rinnovabile, soprattutto di notte quando viene meno l’energia solare. Ebbene, in questo caso i ritardi potrebbero fare mancare ben 25,9 GW in tutta Italia. Come se non bastasse, proprio ora le Regioni tendono a opporsi alle rinnovabili:ha aperto il fronte la Sardegna, si sta accodando la Toscana, e la Sicilia ci sta riflettendo.

 

L’analisi e i timori sono condivisi da Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, l’associazione che sostiene lo sviluppo degli impianti eolici offshore: «I ritardi ci sono e se non si sblocca subito tutto, alla scadenza l’Italia avrà perso su tutti i fronti rispetto alla concorrenza straniera.
Noi proponiamo di sopperire con le piattaforme eoliche a mare ai ritardi che subiscono i progetti a terra. Ritardi provocati dalla complessità delle norme, dalla burocrazia, dai malcontenti locali che si oppongono agli impianti eolici e fotovoltaici.
Sbloccare l’offshore significa produrre energia rinnovabile senza occupare suolo e senza disturbare nessuno. Energia pulita al 100%».

 

 

(…) Segue articolo su “LA SICILIA”